... malridotta
Riprendiamo, ancora una volta, un post di Gerardo Vespucci (inserito martedì 17 dic 2024 alle 20,43), molto lucido e stimolante, sempre per evitare che si perda nei meandri di FB, ma soprattutto per sollecitare chi non frequenta quella piattaforma a ragionare e discutere.
Credo sia giunto il momento per esternare (cioè portare all'esterno della mia mente) qualche riflessione più profonda - spero -, che riesca a togliere il velo (svelare!) che nasconde la realtà da alcuni anni (decenni!), e che mi pare accomuni tanto le ...
... piccole comunità quanto interi Stati fino al mondo intero.
Vediamo di che si tratta.
Prendiamo in esame l'Italia - per comodità, altrimenti si potrebbe parlare delle relazioni internazionali applicando le stesse categorie interpretative -, il valore assunto dalla Politica e lo stato della Democrazia.
Possono sembrare argomenti astratti ed estranei alla vita quotidiana delle persone; purtroppo è esattamente il contrario: non c'è problema, dalla nascita alla morte di ognuno che non ne risenta!
E veniamo al merito: credo che se si escludono alcuni anni di pausa, in cui a governare sono stati dei tecnici, chiunque abbia gestito il potere ai diversi livelli e nei diversi gangli (ministeri, amministrazione, informazione) ha cercato non di affrontare e risolvere i problemi, quanto di umiliare l'avversario di turno.
Ovviamente, non mi sfuggono le differenze tra i protagonisti [il Berlusconismo è stato a mio avviso l'inizio della fine della civiltà giuridica liberale!], ma, anche solo come legittima difesa, ognuno è caduto nella trappola.
Questo ha significato non inverare la nostra Costituzione [antifascista], bensì svuotarla e renderla sempre più retorica affermazione di principi: si pensi all'art. 3 con tutti quegli obiettivi che dovrebbero far perdere il sonno a chi governa; oppure all'art.53 [del nostro quasi concittadino Salvatore Scoca di Calitri] che avrebbe dovuto portare il (presidente) Meloni all'impeachment per avere definito il pagamento delle tasse "pizzo di Stato".
La nostra Costituzione, ancor più delle altre di stampo liberale, poggia sulla separazione dei tre poteri classici (legislativo, esecutivo e giudiziario) oltre che sulla libertà di stampa e di informazione (art.21).
Ebbene, cosa sta succedendo [e questo vale un poco ovunque!]?
Esattamente il contrario: l'esecutivo - forte di una maggioranza parlamentare frutto di una legge stramba e della riduzione a 400 dei 630 Deputati (in proporzione per il Senato) - sta sostituendo il legislativo; sta cercando di limitare il giudiziario e si è impossessata dell'informazione pubblica.
Ed il tutto usato per annullare l'opposizione, sebbene quest'ultima - irresponsabile - rappresenti elettoralisticamente più della stessa maggioranza.
Le ultime affermazioni del (Presidente) Meloni anche alla Camera, oggi, sono tutte dirette a limitare il valore della minoranza parlamentare.
A chi giova, dicevano i nostri padri latini?
Di sicuro non all'Italia, di cui ci si riempie la bocca, ed altrettanto sicuramente non prepara nulla di buono per il futuro: piaccia o meno, le elezioni in democrazia non sono la conquista del potere assoluto (ab- solutus, senza vincoli) per grazia divina, no!
Sono semplicemente una competizione per assumere la guida del paese (gobernum!) ed assicurare giustizia e concordia nel rispetto delle leggi ... costituzionali.
Questo vulnus vale a livello mondiale - dove ha messo in crisi i rapporti internazionali e lo svuotamento delle rappresentanze generali come l'ONU e la Corte Penale Internazionale (condanna di Netanyahu) o la Corte di Giustizia Europea (caso Italia Albania), sta producendo a cascata effetti analoghi un poco ovunque: dal governo nazionale a quelli regionali a quelli comunali anche piccoli, come Sant'Andrea.
Mi scuso se mi sembra "parva licet comparare magis": dopo avere guardato al mondo intero è davvero umiliante guardare alle piccole cose di pessimo gusto.
Eppure, io ho imparato che se si vuole capire il mondo grande e terribile bisogna partire da ciò che è più vicino. Del resto, quello che vale per Sant'Andrea, mutatis mutandis, vale - a dir poco - almeno per tutta la nostra area. Anzi: credo che molti guai della nostra area (il Censis ha detto che l'Italia galleggia, in tutta l'Alta Irpinia siamo quasi al soffocamento!) stiano anche in questo vero svuotamento della democrazia!
La democrazia è innanzitutto regole, lo abbiamo detto, le regole sono coscienza del limite, ma la coscienza si alimenta - non si nasce democratici, lo si diventa! - con la partecipazione da cui si genera il confronto e pi le scelte che ne conseguono. Solo se condivise le scelte diventano obiettivi e la comunità si unisce per raggiungerli.
Al contrario, è accaduto che un gruppo ha prevalso, escludendo ed umiliando la minoranza - 2014- (quanti guai ha prodotto il dileggio degli avversari appellati nel silenzio generale come appestati "muristi"!), poi si è prodotta una competizione farsa - 2019 - poi - 2024 - addirittura si è approfittato di un errore formale per non far presentare la lista avversaria, e si è andati da soli al voto.
Quindi, anziché fare ponti d'oro affinché ci fosse una controparte in grado di vigilare e confrontarsi, aiutando persino chi deve assumere responsabilità a non sbagliare - è così che funziona la democrazia! - si è preferito vincere per vincere.
Chiunque osservi la situazione con distacco registra che la democrazia è in disarmo, il paese è vuoto di gente e quel poco che c'è è sempre più lacerato (sere fa nell'ex fornace la Fidapa festeggiava i suoi 10 anni di attività senza neppure un amministratore presente!).
Alcuni (?) si dicono soddisfatti di una simile condizione [forse viviamo realtà parallele] ma io credo che così ci si avvii solamente ad una lenta agonia (come dice qualcuno), in un progressivo svuotarsi ed invecchiare anche dei pochi giovani rimasti. Lo dicevo già: sto parlando del mio paese, ma da quello che so e vedo, gli altri paesi della zona versano in medesime condizioni di solitudine e di eventi saltuari (in quanti altri paesi manca la minoranza?).
Qualcuno mi ha chiesto: tu cosa proponi?
Io non ho ricette miracolose ma non vedo alternative al far vivere la democrazia, il confronto, rivitalizzare davvero e non in modo strumentale le forme associative come i Partiti (art.49 della Costituzione).
Però so che questi miei sono vani desideri, perché ha prevalso chi al confronto politico ha preferito dar vita al tifo da stadio, grazie al quale la competizione elettorale si è ridotta a chi fa più gol, senza sapere quale consenso costruire e per fare cosa.
Gerardo Vespucci