Quelli del '50
In un bellissimo giorno dell'estate del 2013 riuscimmo ad organizzare una rimpatriata dei coetanei del 1950: la prima e unica volta che fu possibile ritrovarci insieme e festeggiare i nostri 63 anni.
Su indicazione di Peppino Andreone il 20 agosto 2013 scegliemmo di pasteggiare presso il magnifico ...
... ristorante "Profumo di mare" a Villanova del Battista, che, purtroppo, qualche tempo dopo chiuse i battenti.
In effetti eravamo pochissimi, rispetto ai circa 30 che frequentarono la Scuola Elementare di Sant'Andrea a partire dal 1956, ma nel nostro paese non è molto in uso ritrovarsi a festeggiare la "classe" come pure fanno, in altre parti d'Italia. D'altronde la maggior parte dei nostri compaesani è emigrata in altri luoghi, in Italia e nel mondo. Anzi, di quelli che parteciparono a questo incontro, solo la metà vivevano a Sant'Andrea: gli altri vivevano e vivono in città più o meno vicine e si trovavano qui solo per le ferie estive.
Domenico fu uno di quelli che insistette di più per riuscire nell'intento di organizzare il convito.
Comunque fu un giorno bellissimo che è rimasto nel ricordo di noi tutti: si mangiò divinamente, a partire dall'antipasto, a base di molluschi e crostacei crudi, per finire con una grigliata di pesce di varie specie: tutto freschissimo e preparato molto bene.
Alcuni ne rimasero straordinariamente contenti e tutti ci ripromettemmo di ripetere la festa anche negli anni successivi ma non ci siamo più riusciti.
Ora che siamo un bel po' più vecchi e più acciaccati, sarà sempre più difficile riuscirci e poi, ormai, qualcuno ci ha addirittura lasciati.
Piangiamo, oggi (17 aprile 2025), infatti, la dipartita di Domenico che purtroppo se n'è andato.
Ci rimane il suo ricordo, che sarà difficile cancellare: una persona burbera e, a volte, brusca ma simpatica e buona come poche.
Quante marachelle fatte insieme; quanti episodi!
Ricordo, ad esempio, quando il nostro maestro Don Gennaro Abbruzzese lo trovò (avevamo più o meno dieci anni) con un pacchetto di sigarette che mi incaricò di consegnare, seduta stante, ai suoi genitori e che io puntualmente feci, pur avendo pensato di nasconderlo e di non consegnarlo, temendo maggiori punizioni.
Oppure quando alcuni anni dopo, comunque senza patente, Domenico riuscì a mettersi alla guida di una millecento familiare, dismessa dalla RAI e acquisita da un suo zio, e con essa facevamo su e giù per la strada che andava alla Serra delle Serpi, insieme a Nicola Santorsola e che guidai anche io, a motore spento in una discesa.
E poi, le "fumate" con Antonio Catapano (che rubava qualche "Serraglio" allo zio Alfredo) e tanti altri compagni, fatte nella struttura di zio "Vitucce de Mariangele" che era in perenne realizzazione e non finiva mai di essere completata; i bagni all'Arsa, nella tonza di "Giuanne lu pastore" dove nuotava con lo stile "del cane" che era il suo preferito.
E, ancora, come si potrebbe dimenticare il magnifico porcino che una volta mi regalò e che servì a preparare un ottimo piatto per sei persone.