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Settimana Santa 2024

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Luigi Abbruzzese

... scrittore

Articolo tratto da il Seminario n. 2/2011

Nato a Sant’Andrea di Conza (AV) nel 1933, secondogenito dei magnifici sei figli del dottore Pasquale Abbruzzese, già dal periodo dell’asilo infantile si dimostrò un bambino cosiddetto bravo. Gli anni delle scuole elementari e delle scuole medie lo qualificarono intelligente e ...

NOTE BIOGRAFICHE(1)

Luigi Limongelli

Luigi Limongelli
Luigi Limongelli

Fra i personaggi importanti del nostro paese un posto di rilievo merita Luigi Limongelli, scrittore, giornalista, e poeta di grande pregio. Nacque a S. Angelo dei Lombardi il 17/1/1888, ma a S. Andrea di Conza, che fu il suo paese di adozione, visse la prima parte della sua vita. Suo padre era di S. Andrea di Conza e qui segui gli studi fino al conseguimento della maturità classica presso il Seminario Metropolitano. Fu un alunno modello e si distinse per diligenza e per spigliatezza espressiva.
Anche se S. Andrea non gli diede i natali, tuttavia egli lo amò profondamente e, come ha dimostrato nelle sue opere, "lo preferisce ad ogni altro contado, forse perché quella gente unita, laboriosa, fine, anche se ha le mani callose e il viso bruciato dal sole, gli fu maestra di affetti, maestra d'amore, maestra di fraternità, maestra di vita".
[...]
La vita del Limongelli fu molto movimentata e amareggiata da dolori.
Partì volontario per la guerra del 1915-18 insieme ai suoi fratelli Gerardo e Umberto: questi ultimi non fecero più ritorno. Alla memoria di Umberto dedicò il suo primo scritto.
Finita la 1a Guerra Mondiale, rientrò a S. Andrea di Conza, dove prese parte, con successo, alla vita politico-amministrativa: fu eletto Sindaco e ricoprì questa carica dal 1920 al 1923.
S. Andrea, pur ricco di tanti affetti per il Nostro, non seppe trattenerlo. Si trasferì a Bologna, dove intraprese la carriera giornalistica. Sono di questo periodo le bellissime liriche che compongono la raccolta "L’Adriaco Mare" e il dramma "Enrichetta Castiglione". Da Bologna si trasferì a Roma, dove, per circa trenta anni, lavorò per il giornale "Il Popolo di Roma". Viaggiò moltissimo e toccò sia le terre d’Europa che quelle d’oltre oceano, "quasi alla ricerca di sempre nuove esperienze che placassero la sua sete di sapere e di conoscenza degli uomini", come disse di lui il giornale "La Provincia di Como".
Al periodo romano risale la maggior parte delle sue opere, fra cui ricordiamo: "L ‘Italia vincerà" (una raccolta di conferenze); "Capelli Neri" (novelle); "Pulcinella di paese"; "Fragile Umanità" (novelle); "Filippo Strozzi"; "Pezzenti allegri"; "La Moglie" (romanzo); "Giusto de’ Conti"; "Foglie cadute" (rime); ‘‘L’anima mia" (romanzo) ed infine "Il mio destino".
Sono tutte opere di notevole valore, ma il capolavoro è, senza dubbio, "Pulcinella di paese", che per i pregi letterari ebbe infinite lodi di critici, di lettori e di stampa, compresa quella estera.
Il romanzo ha come protagonista un paese, S. Andrea di Conza, da lui definito "un nido di usignolo, terra d’incanto che ha generato uomini di eccezione in ogni campo del sapere, dell‘affettività, della capacità nelle officine e nei commerci, nella pastorizia, nei campi e in ogni altra attività sociale".
Limongelli ha preso i suoi personaggi dal nulla, dalle più modeste abitazioni, ma questa gente umile seppe vivere e lavorare con distinzione ed ebbe un grande cuore, capace di durissime imprese.
Riportiamo il giudizio che il critico letterario Manlio Miserocchi diede dello scrittore sulla "Gazzetta del Libro":
"Non credo al regionalismo, al separatismo, al testo dialettale, alla letteratura di provincia, deleteri per il fronte unico di un paese nei suoi valori politici, culturali, artistici, ma debbo darmi torto dopo aver letto "Pulcinella di paese" del Limongelli. Son 504 pagine robuste, raccolte dall‘Editore Cappelli, all‘insegna di quella maschera napoletana del Pulcinella che piange e che ride, depositario di tutti i personaggi evocati nel libro, di cui egli sembra l’annunciatore, come nel prologo dei Pagliacci ... Limongelli ha saputo rispolverare cose e persone dell’Irpinia, come se di personaggi e ambiente scoprisse ogni volta annotazioni prese a margine di antichi registri e, nel riproporli, rispettasse gli atteggiamenti e il costume della loro cornice.
E’ con tale dignità che, ad un tratto, tu avverti che l’autore sia venuto in tessendo un grande arazzo dove nessuno è eroe; la terra irpina è protagonista...., il Limongelli riafferma la storicità rituale in cui permangono le memorie antiche
".
[...]
Tutte le opere del Limongelli sono scritte con un linguaggio limpido, scorrevole, preciso, che rende la narrazione piacevole ed interessante. Oltre alle poesie che compongono "L’Adriaco Mare", ne scrisse altre bellissime nelle quali è magnificato l’attaccamento al suo paese, alla sua gente, alle sue virtù. Da queste poesie traspare un certo rimpianto del poeta per il passato in cui rifulgeva la religione dell’onestà, del lavoro, della famiglia, della bontà e una grande tristezza nel constatare che nella società attuale a questi valori si sono sostituiti l’amore per il denaro, la corruzione e la violenza.
Egli si spense nella clinica "Moscati" in Roma il 6 agosto 1972.

Tania Bellino
Rosa Iannella
Classe 3^ A


(1) Tratte dal n. 1-2 (Anno II) de "la fonte" (periodico della Scuola Media "M. Solimene" di S. Andrea di Conza) - Anno scolastico 1977 - 1978.


Giuseppe Bellino NOTE BIOGRAFICHE(1)

Giuseppe Bellino

Giuseppe Bellino

"Fra gli uomini più illustri del nostro paese si colloca la figura del Rev. Prof. Giuseppe Bellino. Egli nacque in S. Andrea di Conza il 7 dicembre 1875. Seguì i primi studi nel paese natìo, nel liceo-ginnasio del Seminario Metropolitano, che fino a pochi anni fa è stato importante centro di studi e di cultura. Si trasferì più tardi nell'Ateneo della Badia di Cava de' Tirreni, dove continuò il liceo e si istruì in teologia, fino alla soglia del sacerdozio. Divenuto sacerdote, esercitò la sua missione come Vice Parroco di S. Andrea di Conza, insegnando anche come professore di lettere antiche e moderne nello stesso Seminario che lo aveva ospitato da fanciullo. I suoi alunni, di cui alcuni ancora viventi, serbano di lui un ricordo affettuoso e una stima indicibile per il suo metodo di insegnamento e soprattutto per la sua vasta cultura. Più tardi lasciò, per ragioni superiori, l'Arcipretura e lo stesso Seminario, e si stabilì a Napoli, dove continuò la sua opera di religioso e di professore. Si distinse come oratore e perciò fece vari panegirici e discorsi a sfondo etico-religioso, nei piccoli e grandi centri dell'Italia Meridionale. Tra i suoi panegirici si ricordano quelli dell'Immacolata Concezione, nel 1906, di S. Lucia, di S. felicita, di S. Gerardo. Dimostrò la sua bravura di oratore anche negli Stati Uniti d'America, dove parlò agli americani in occasione dell'inaugurazione del monumento a Cristoforo colombo, eretto a New York.
Essendo profondo conoscitore delle Sacre Scritture, del Vecchio e del Nuovo Testamento, scrisse diverse opere teologiche; fra queste ricordiamo: "Gesù Cristo nelle Sacre Scritture e nei Santi Padri e Dottori", grandiosa opera in nove volumi di ottomilaquattrocentosettanta pagine, pubblicata dalla Casa Editrice U.T.E.T., e dalla Casa Giannini di Napoli. Quest'opera fu esaltata da molti Pontefici e prelati, in particolare dai Papi Pio X e Benedetto XV. Quest'ultimo, dopo la pubblicazione di questa grande opera, gli scrisse una lettera, di cui riportiamo uno stralcio: "Diletto figlio, salute ed Apostolica Benedizione. Dono ben gradito ci hai fatto coll'offrirci la tua opera intitolata "Gesù Cristo nelle Sacre Scritture e nei SS. Padri e Dottori" e in esso abbiamo non solamente avuto cari gli offici della tua pietà verso di Noi, ma ammirato altresì i non scarsi frutti di un diuturno lavoro. Ed invero vi abbiamo trovati raccolti e con saggio criterio ordinato i punti principali della Dottrina Cattolica, e godiamo assai che tu abbia condotto a termine un'opera così pregevole per Noi in modo da raggiungere il fine che ti eri proposto; ed infatti chiunque attenda seriamente alla lettura dei tuoi volumi, vedrà in così piena luce pararsi dinanzi alla sua mente le parole tutte ed i singoli fatti della vita del Salvatore Divino,da te opportunamente lumeggiati col pensiero di tanti Padri e Dottori della Chiesa... V'è dunque per Noi ben ragione di congratularci di cuore con te, Diletto figlio, e di rispondere ai tuoi affettuosi offici con la testimonianza della nostra benevolenza... Dato a Roma, presso S. Pietro, addì XXIII Marzo MCMXV Anno I del Nostro pontificato - Benedictus P.P.XV".
Tra le sue opere minori ricordiamo: "Charitas" (1916), "Vita di Gesù Cristo secondo l'armonia degli Evangelisti" (1920), "Lettera di S. Giovanni ai Parti, commentata da S. Agostino", con autografo di Sua santità Benedetto XV.
Morì a Napoli il venerdì santo del 1937, all'età di 62 anni, lasciando un grande vuoto in quelli che ebbero il privilegio di averlo come Maestro e in quelli che potettero apprezzare le sue opere."

Michelina D'Angola
Anna Iannicelli
Classe 2^ A


(1) - Tratte dal n. 2 de "la fonte" (periodico della Scuola Media "M. Solimene" di S. Andrea di Conza) - Anno scolastico 1976 - 1977.


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(Rosario Cignarella)
Prima pubblicazione: 19 febbraio 1999


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